CAN YOU AFFORD TO BE MONOLINGUAL IN THE GLOBAL ECONOMY?

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meeting business language

In today’s global economy, businesses are increasingly operating in multicultural environments, with companies conducting business with counterparts from different countries and cultures. In such a context, effective communication is crucial, and language barriers can significantly impact a business’s success or failure. While it may be tempting to rely on English as a common language, can you afford not to speak the language of the country you work with? This is a question that companies operating in Italy and Spain should seriously consider.

In Italy, English is not widely spoken, with only 21% of the population speaking English fluently, according to a 2019 Eurobarometer survey. Furthermore, a study by the European Commission revealed that Italian companies that conduct international business and speak the language of the country they are working with achieve better results than those that do not. For example, companies that do not speak the local language have a 25% lower chance of exporting their products or services.

Similarly, in Spain, only 22% of the population speaks English fluently. Still, it is a country that heavily relies on international trade, and being able to communicate effectively with foreign partners is critical. Research by the Spanish Confederation of Employers and Industries (CEOE) suggests that Spanish companies that do not speak the language of the country they are working with experience a 30% drop in exports, while those that invest in language training for their employees can increase their export sales by 45%.

language for business la danteThe importance of language proficiency in business cannot be overstated. Speaking the local language allows for smoother communication and builds trust between parties. It also helps to understand the culture and customs of the country, which can be critical in building successful relationships. By speaking the local language, businesses can gain a competitive advantage over those that do not.

Moreover, language proficiency can also improve employee morale and job satisfaction. Employees who can speak the local language are more likely to feel integrated into the local community and can develop closer relationships with colleagues and clients.

In recent years, Italy and Spain have recognized the importance of English for business and have taken steps to promote language learning. In Italy, the government has launched initiatives to improve English language proficiency, and English has been made a compulsory subject in schools. In Spain, the government has launched the “Plan for the Promotion of Language Learning,” which aims to increase language proficiency levels, particularly in English.

However, companies cannot rely solely on government initiatives to bridge the language gap. It is the responsibility of companies to invest in language training for their employees. This investment can include language courses, hiring bilingual employees, or using language learning software.

In conclusion, can you afford not to speak the language of the country you work with? For companies operating in Italy and Spain, the answer is no. In today’s global economy, language proficiency is essential for business success. Speaking the local language can improve communication, build trust, and increase sales. Companies must invest in language training for their employees to remain competitive in the international market.

 

 

Dott.ssa Giulia Portuese, BA, OSI
Director and founder, La Dante in Cambridge, European Cultural Centre

www.ladante-in-cambridge.org

www.radiodante.org

 

Architettura Verde: 5 Esempi Tutti Italiani

Biocasa_82

È naturale: più la popolazione mondiale cresce, maggior territorio precedentemente rurale tende ad essere divorato dall’espansione metropolitana.

Si tratta di una realtà innegabile, così come di tema ricorrente in letteratura, arte, musica (basti pensare alla canzone del ’66 di Celentano Il ragazzo della via Gluck, autobiografica nella descrizione della forte urbanizzazione della periferia milanese) – di fatto, pare quasi impossibile immaginare che l’espansione urbana possa avvenire senza sacrificare il verde circostante.

Eppure, la discussione del problema che ha preso piede già nei secoli precedenti al nostro ha consentito all’umanità di interrogarsi a lungo su questa dicotomia, inventando, nel tempo, stratagemmi interessanti per integrare, piuttosto che sostituire, la pianificazione urbana alla ricca vegetazione locale. È possibile, dunque, la convivenza armoniosa fra le due?

In occasione della 23esima edizione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo (dal 16 al 22 Ottobre 2023), che ha quest’anno particolarmente a cuore il tema della coscienza ecologica e della sostenibilità ambientale, La Dante in Cambridge vi propone 5 esempi di come ingegneri ed archietti italiani abbiano cretivamente impiegato elementi urbani e naturali nella costruzione di ambienti dal positivo impatto ecologico e dal pratico utilizzo quotidiano.

Vediamoli insieme.

  1. Kindergarten di Guastalla

Il nido d’infanzia di Guastalla, in provincia di Reggio Emilia, anche conosciuto come “La Balena” per la sua peculiare forma, è una struttura progettata dall’architetto Mario Cucinella con attenzione intersezionale all’impatto psicopedagogico, ambientale, funzionale e antropologico del design. Realizzato in materiali dal basso impatto ambientale (in particolare telai in legno e ampie vetrate), l’asilo nido garantisce isolamento termico, raccoglimento dell’acqua piovana ed energia fotovoltaica. La struttura consente inoltre una completa armonia con lo spazio verde circostante, suddiviso in “giardini tematici” propedeutici all’educazione infantile e in aree gioco a contatto diretto con la natura locale. Scoprite di più qui.

Kindergarten di Guastalla

  1. Il Bosco Verticale

Situato a Milano, il Bosco Verticale è forse il più impressionante esempio di architettura innovativa per la biodiversità. Il primo caso costruito è formato da due torri alte 80 e 112 m, che ospitano nel complesso 800 alberi, 15.000 piante perenni e/o tappezzanti e 5.000 arbusti. Una vegetazione equivalente a quella di 30.000 mq di bosco e sottobosco, concentrata su 3.000 mq di superficie urbana. Lo schermo vegetale del Bosco non riflette né amplifica i raggi solari, ma li filtra, generando un accogliente microclima interno senza effetti dannosi sull’ambiente. Nello stesso tempo, la cortina verde “regola” l’umidità, produce ossigeno e assorbe CO2 e polveri sottili. Questo e altro sul sito dell’architetto Stefano Boeri.

Il Bosco Verticale

  1. Fiorita Passive House

La Fiorita Passive House di Cesena è il primo esempio italiano del concept architettonico delle passive houses, ovvero edifici abitativi completamente autosufficienti dal punto di vista energetico. Questo esempio è realizzato in materiali quali il legno strutturale, altamente rinnovabile, e isolanti di tipo minerale e biologico. Ideata dagli architetti Stefano Pieraccini e Margherita Potente, è attualmente una residenza plurifamiliare perfettamente funzionale e in grado di produrre più energia di quanta ne consumi. Scoprite come qui.

Fiorita Passive House

  1. Biocasa_82

Situata a Montellbelluna (Treviso) e progettata dall’architetto Rosario Picciotto, Biocasa_82 è un edificio privato dalla superficie di 484 m² costruito al 99% in materiali rinnovabili e completamente autosufficiente dal punto di vista energetico. È abitata dal 2014 da Claudia ed Enrico Moretti Polegato, CEO di Diadora, i quali ne hanno commissionato la costruzione. Leggete di più qui.

Biocasa_82

  1. Città Giardino a Bologna

Spostiamo infine l’attenzione all’architettura urbana e alle possibili soluzioni alternative alla completa sostituzione delle ambientazioni rurali. Il concept di “città giardino” è infatti un modello di pianificazione urbanistica ideato nel 1898 da Herbert Howard al preciso scopo di armonizzare ambiente di campagna ed ambiente urbano cogliendone i benefici di entrambi ed isolandone gli svantaggi. Un esempio di questo modello applicato in Italia che ha affascinato le popolazioni oltreoceano è la pianificazione del quartiere Murri di Bologna, che ammirato dall’alto mostra la perfetta convivenza fra una fitta foresta urbana e gli edifici abitativi che essa ospita. Non solo, ma le strade e i parcheggi si adattano perfettamente alla conformazione naturale della vegetazione, attorno alla quale essi si sono evoluti.

Città Giardino a Bologna

In conclusione

Raggiungere la completa autosufficienza energetica tenendo conto delle necessità della civiltà moderna senza sacrificare la ricca vegetazione degli ambienti che la ospitano non è un processo facile, né immediato – eppure è una possibilità concreta. All’interno del panorama mondiale, è essenziale dimostrare la volontà e l’interesse a rendere questo potenziale realtà; è ora nostra responsabilità mostrare questa possibilità al mondo e incoraggiarne la concretizzazione.

Passo dopo passo, verso la completa sostenibilità ambientale.

 

 

Mariagrazia Colonna